HITS DANCE DEL MOMENTO 2023 CLASSIFICA MTV E RADIO – DISCOTECA 2023 (TORMENTONI ESTATE E NUOVE HIT 2023) – MUSICA DANCE 2023 RADIO E SPOTIFY

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PLAYLIST CANZONI DEL MOMENTO 2023 E LE FRASI PIU’ BELLE SULLA MUSICA

 

01 copertina album paint arno pro lightAlcune delle frasi più belle sulla musica, a seguire, su questo articolo

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MILES DAVIS – 10 FRASI DA NON DIMENTICARE
Grande trombettista e compositore, ecco una serie di massime che L’artista ha lasciato, nel corso degli anni: parole che ispirano ancora oggi, utili a chi abbia il tarlo della musica, ma anche come consigli di vita
-Se tu capissi tutto ciò che dico, saresti me!
-Il mio ego ha solo bisogno di una buona sezione ritmica.
-Devi suonare a lungo per essere in grado di suonare come tu solo sai fare.
-Non avere paura degli errori – non esistono.
-Se sacrifichi la tua arte a causa di una donna, un uomo, un colore o la ricchezza, non ci si può fidare di te.
-Chiunque può suonare. Una nota è solo il 20% della faccenda. L’attitudine del bastardo che la suona è il restante 80%.
-Una leggenda è un vecchio con un bastone, conosciuto per quello che una volta faceva. Io lo faccio ancora.
-Se fanno troppo i fighi, stai certo che non sanno suonare un cazzo.
-Se non sai cosa suonare, non suonare nulla.
-Non dovresti mai sentirti a tuo agio, amico. La comodità ha fregato un sacco di musicisti.

LA MUSICA PER ME: Non è facile spiegare quello che la Musica rappresenta per me, ci ho provato con questo video: la cosa più bella che mi ha insegnato è, che, quando hai una vera passione, non muore mai, non contano, gli anni, i giorni, le ore o i minuti passati assieme, ma, quello che ha trasmesso e continua a trasmettere al mio cuore. Le persone a volte, possono deluderti nel modo più impensato, le note, non lo faranno mai (Liliana Cavaliere)

Aggiornamento dell’articolo: Novembre 2022 e prossimi mesi

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MUSICA JAZZ 2021 – STORIA DEL JAZZ E PLAYLIST

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Un meraviglioso viaggio tra immagini, notizie e note.

Articolo creato il 13 giugno 2015 e successivi aggiornamenti

(ultimo aggiornamento: giugno 2021 ma potrai ascoltare tutte le novità 2022 nelle playlist)

JAZZ BLOGQuesto articolo, descrive in modo semplice, la storia del jazz dalle origini, per dare a me stessa e a chi è interessato, la possibilità di conoscerlo meglio: un mondo vastissimo che non si può descrivere in breve ma, si può amare tantissimo. Adoro le note e le ascolto con il cuore, il mio desiderio, è poter contribuire alla divulgazione della musica, da sempre presente nella mia vita. Questo mi basta per poter fare qualcosa come scrivere un articolo o dedicarmi alle mie playlist: 

YouTube https://bit.ly/2nKxB2b Spotify http://spoti.fi/2sZe3xe 

Aggiornate regolarmente, in particolare quella dedicata alla Musica Del Momento, http://bit.ly/2jxK2OI con oltre 350 milioni di visualizzazioni (giugno 2021). Tutto questo, ha reso migliore la qualità della mia vita e spero potrà portare gioia a chi come me, ama questo meraviglioso mondo che mi ha sempre affascinata. Ringrazio tutti i siti citati nell’articolo, per avermi dato la possibilità di approfondire questo argomento.

La Musica è di tutti e ogni piccolo contributo che possiamo dare, può aiutarla a diffondersi ancora di più.

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Altro sul Jazz Sulla mia pagina Fb: http://bit.ly/2qqrtRW

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Playlist dedicate alle note Jazz sempre aggiornate con le ultime novità:

R&B 2020 20201 – MUSICA JAZZ 2020 2021

JAZZ & BLUES Best Songs

SMOOTH JAZZ THE BEST-Raccolte & preferiti

JAZZ & BLUES Live-Concerti & Compilation

STORIA DEL JAZZ – LE ORIGINI 

Non è facile entrare nel mondo del Jazz, è un genere musicale molto vasto e complesso che viaggia attraverso i secoli ma, ci proverò e renderò questo articolo ricco di notizie e novità, in maniera semplice, tornado indietro negli anni, tra storia, immagini e note.
Sulle origini e la storia del jazz mancano, come per molti altri generi musicali popolari, documenti e riferimenti ufficiali relativi ai primi anni, si possono comunque individuare un luogo e un’epoca abbastanza certi per iniziarne a parlare spostandoci a New Orleans, negli Stati Uniti, agli inizi del XX secolo.

1298584884-new-orleans-jazz3La sua creazione è legata, come per il blues, alla tradizione degli schiavi americani deportati negli USA che facevano del canto una importante valvola di sfogo rispetto alle condizioni difficili e a volte disumane, nelle quali erano costretti a lavorare.

La musica jazz si sviluppò fra il 1915 e il 1940 e a partire dal 1930, diventò inoltre la musica da ballo dominante con brani delle big band che svettavano regolarmente nelle classifiche di settore.
Negli anni a venire divenne e si affermò del tutto come musica d’arte tipicamente afroamericana: particolare il fatto che negli stessi anni il pubblico di appassionati del jazz negli States iniziò ad assottigliarsi mentre, in Europa e nel resto del mondo, questo tipo di musica iniziò a riscuotere un forte interesse.
Il jazz si sviluppò ulteriormente come una serie di movimenti musicali legati al ceppo originario: uno dei primi sviluppi importanti fu il bebop nato negli anni ’40, fino a raggiungere il culmine negli anni ’60 con il movimento free jazz, la cui idea fondante era la totale emancipazione del musicista oltre al potere creativo dell’improvvisazione jazz.

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A questa lunga onda positiva per il movimento seguì un lasso di tempo caratterizzato da due fattori dominanti: da una parte una sorta di involuzione dal punto di vista dell’originalità del prodotto; dall’altra una emarginazione rispetto ai cultori del genere che ebbe fine solo agli inizi degli anni ottanta.
Durante questi “anni difficili” al jazz arrivò nuova linfa vitale grazie a una generazione di giovani musicisti dediti al genere che perseguirono le più disparate tendenze, facendo sì che nacquero e si affermarono sia varie scuole di jazz europeo, sia lo stile mainstream il quale aveva un chiaro riferimento agli anni cinquanta.
A completare la nuova era florida del genere jazz non mancano diverse altre contaminazioni musicali che, proseguendo l’esperienza fusion, portarono alla nascita del così detto acid jazz e allargarono gli orizzonti verso tradizioni musicali etniche avvicinando così il jazz al concetto di world music, la musica globale per eccellenza.
Va da sé che tutto questo fiorire di attività legate al genere riportò sullo stesso jazz l’interessamento dell’industria discografica la quale investì in particolar modo sulle nuove sonorità proposte con particolare preferenza verso lo smooth jazz, un tipo di jazz reso più “leggero” e fruibile rispetto ad altri tipi di jazz .
Dati più contemporanei indicano come la musica jazz rappresenti il 3% della produzione musicale nordamericana e come quanto seminato negli anni ’80 faccia sì che sia un genere che vanta ancora seguaci in tutto il mondo.

TORNIAMO ALLE ORIGINI E AL SIGNIFICATO DEL TERMINE R&Bblog-lilly-2

L’origine del termine Rhythm And Blues è accreditata a Jerry Wexler, responsabile delle classifiche discografiche della rivista americana Billboard (1947).
Il termine rhythm and blues R&B deriva dal Blues, genere musicale popolare fortemente influenzato dalle canzoni dei campi di cotone del sud degli Stati Uniti, dalla tradizione dei canti religiosi e dal ragtime, ovvero una composizione per pianoforte che ha la caratteristica di essere un pezzo definito sullo spartito a cui manca l’elemento principale del jazz: l’improvvisazione. Il rhythm’n’blues, si è sviluppato a partire dagli anni Cinquanta, è musica scritta ed eseguita dai neri per i neri con quel pizzico di ironia e autoironia che ai neri d’America non è mai venuta meno, anche nei momenti più drammatici. Note nate per chi lavorava tutto il giorno e per chi aveva bisogno di una musica che aiutasse a togliere dalla testa i problemi quotidiani. Nel r’n’b non erano importanti i virtuosismi strumentistici, come per il jazz, perchè, per ottenere lo stesso effetto erano sufficienti una chitarra, un sax e soprattutto un urlo pieno di passione, infatti l’elemento vocale assume una importanza fondamentale per questo genere musicale. Con l’emigrazione dei neri dagli stati del Sud al Nord industriale, tutto ebbe una trasformazione, basata sulla vita frenetica delle città, si unirono altri strumenti come il piano, l’armonica a bocca, il basso, la batteria e soprattutto la chitarra elettrica che trasformarono il genere musicale in un nuovo sound molto intenso. Segui man mano, un miglioramento delle tecniche di registrazione e di incisione che portò molti artisti ad adoperare uno stile più morbido e ricco di strumenti, con un tempo meno frenetico e, con l’inizio degli anni sessanta cominciò l’era dorata del Soul. Quando pensiamo al soul torniamo subito indietro negli anni ’50 & ’60, protagonisti di numerosi grandi artisti che hanno contribuito in modo esemplare alla storia del Jazz. La cultura del soul si arricchisce così di nuovi stili, il calore e l’ottimismo dell’America nera. la forza e l’unione della comunità nera, in quel periodo era guidata, da validi esponenti come Martin Luther King e Malcolm X. Il termine “rhythm’n’blues” ci aiuta a comprendere oggi, tutto quello che fa parte dell’universo del soul ed è proprio dalla fusione di questi due generi musicali che nasce quello che è l’ R& B moderno, un mix di ritmo e melodia.     Nell’immaginario collettivo di oggi l’R&B è un genere musicale melodico, allo stesso tempo accattivante, interpretato da artisti neri, quasi sempre bellissime ragazze o ragazzi che oltre a saper cantare, sono anche maestri del ballo che sono sempre impegnati in coreografie da professionisti. Sembrerebbe quasi che una canzone di un qualsiasi “artista” nero che non fa Rap venga catalogata sotto R&B, se invece si tratta di un’”artista” bianco, nonostante, la base musicale non si differenzi tanto da quelle usate dai colleghi neri, e neanche i video siano molto diversi, allora venga considerato Pop.
Craig David fa R&B mentre Justin Timberlake fa Pop.
In realtà sembra rientrare tutto nello stesso genere musicale con diverse sfaccettature. L’R&B infatti, non ha dei confini ben limitati, in alcuni casi sconfina nel pop in altri, nel Soul o nell’Hip Hop. Gli artisti più noti che rientrano nel cosiddetto genere R&B sono, nella sfaccettatura soul, Mary J . Blige, Alicia keys, Erykah Badu, R. Kelly, mentre nella sfaccettatura Pop sono artisti come le Destiny’s Child, Anastacia, Jennifer Lopez.

LA STORIA DEL JAZZ IN ITALIA – DAL 1900 A OGGI:jazzIl jazz in Italia ha una propria identità e una propria storia, talmente rilevante che gli viene dedicata una pagina di Wikipedia in inglese. Il jazz in Italia nasce agli inizi del ‘900 ed assume connotati propri, diventando a pieno titolo un vero e proprio genere musicale.

IL JAZZ ITALIANO ALL’ESTERO:
Il jazz è nato a New Orleans, negli Stati Uniti. Nella sua evoluzione c’è stato un contributo non indifferente degli immigrati italiani che, a quell’epoca, affollavano numerosi le strade americane, in cerca di una fortuna che il nostro Paese non poteva dare loro. Fra questi vi erano:

Joe Alexander  – Giuseppe Alessandra
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che si esibiva suonando il basso tuba con il compatriota, Giorgio Vitale, meglio conosciuto come “Papa” Jack Laine, fondatore della celebre Reliance Brass Band. Di tutto ciò in Italia non c’era notizia poiché gli italiani ascoltavano ancora Gea della Garisenda e Gino Franzi, scoprendo solo più tardi questa musica sincopata e distante da tutto ciò che era esistito fino ad allora.
Joe Alexander, leggenda del jazz degli anni 1960, il cui vero nome era Huntington Kendrick Alexander, nativo di Birmingham, in Alabama (1939) si era laureato al Conservatorio di Musica di Detroit. Nel marzo del 1956, registrò l’album Fountainebleau con Cleveland nativo Tadd Dameron
https://www.youtube.com/watch?v=CRPRhRi-MHM

Joe Alexander trascorse circa sei mesi con il gruppo di Charlie Mingus ‘a New York e in tour per breve tempo con la Lionel Hampton Orchestra lasciando un bellissimo ricordo e ammirazione da parte dello stesso Lionel Hampton. Alla fine del 1956, Alexander tornò a Cleveland dove trascorse la maggior parte del resto della sua vita suonando in vari piccoli locali notturni. Molti ancora dicono che Alessandro ebbe una forte influenza per John Coltrane e per una generazione di sassofonisti Cleveland compreso Ernie Krivda e Joe Lovano. Nel 2004, Lovano ha composto e registrato un omaggio a quello che una volta Cleveland sassofonista. La canzone si chiama “Alessandro il Grande”.
Alessandro morì all’età di 41 anni, nel mese di ottobre del 1970.
Il funerale jazz è stato condotto presso la chiesa metodista Werner a East 110th e Superiore. Rev. Albert Hart disse : “La scena jazz Cleveland mancherà, e nel panorama nazionale del jazz, per la maggior parte, non si sa che cosa hanno perso.”

Altro su Joe Alexander: 

http://www.cleveland.oh.us/wmv_news/jazz140.htm

DAL 1919 AGLI ANNI ‘30
http://www.jass.com/europe.html
Solo con la serie di concerti di Jim Reese Europe
tenuti in Francia nel 1919, arrivò in Europa quello che all’epoca venne definito un nuovo tipo di musica sincopato: iniziava così l’epoca del jazz europeo. Ma la storia del jazz in Italia cominciava già nel 1904 quando un gruppo di cantanti e ballerini creoli, presentati come “creatori del catwalk”, si esibiva al Teatro Eden di Milano.
Il primo italiano a suonare il jazz in Italia fu però Vittorio Spina che, nel 1917 a Roma, si unì alla band del sergente dei marines Griffith, suonando il suo banjo allo YMCA, in via Francesco Crispi. Le prime vere band jazz si cominciarono a formare invece negli anni ’30, con il milanese Arturo Agazzi – detto “Mirador”- che ebbe subito un enorme successo. La prima incisione fu “ At the Jazz Band Ball “, nel 1919, eseguita dall’orchestra del teatro Trianon di Milano, diretta da Nicola Moleti. Altri nomi importanti del jazz nel panorama italiano di quegli anni furono la Ambassador’s Jazz band, Blue Star, Di Piramo, Carlini, Ferri, Louisiana, ma anche grandi solisti come Galli, Morea e Rizza. In particolare la Ambassador’s Jazz band del sassofonista Carlo Benzi era composta anche da vecchi elementi della Mirador’s Orchestra Syncopated. Difatti proprio Benzi fu uno dei personaggi di spicco del jazz tra gli anni ’20 e gli anni ’30, mentre uno dei suoi componenti, Gaetano “Milietto” Nervetti, viene considerato, come Spina, uno dei primi musicisti jazz italiani.

DURANTE IL FASCISMO E LA GUERRA:
Nonostante il forte antiamericanismo degli anni del fascismo il jazz continuò a diffondersi: tanto che uno dei figli di Mussolini, Romano, divenne un estimatore del genere oltre che bravo pianista jazz. È proprio il ventennio fascista quello che segna il successo del jazz in Italia ed il 14 gennaio 1935 Louis Armstrong, per la prima volta, viene a suonare in Italia, al Teatro Chiarella di Torino. Sempre a Torino nasce il circolo Hot Club, mentre a Milano si forma il Circolo Jazz Hot. Tra il 1937 e il 1941 nascono poi le prime etichette discografiche dedicate al jazz: Grammofono – La Voce del Padrone, Odeon e la FONIT Fonidisco italiano dei Fratelli Trevisan, fusasi poi con la Cetra. La fine degli anni ’30 portò con sé anche le leggi razziali dimodochè la musica di ispirazione afroamericana venne messa al bando. Non solo, ma anche i nomi vennero storpiati e italianizzati e persino il mitico Luis Armstrong divenne Luigi Braccioforte.”

IL DOPOGUERRA:
Dopo la guerra il jazz in Italia decolla e tutti i generi, nati in America, trovano un equivalente nostrano: be-bop, Free Jazz, Fusion.
Dal 1940 al 1960 i nomi più rilevanti e conosciuti sono:

Gorni Kramer (1913-1995)
kramerFrancesco Kramer Gorni, conosciuto come Gorni Kramer                    

(Rivarolo Mantovano, 22 luglio 1913 – Milano, 26 ottobre 1995), è stato un direttore d’orchestra, compositore, fisarmonicista, contrabbassista, produttore discografico, arrangiatore, autore televisivo italiano. Volto noto della “prima” televisione, è stato autore di centinaia canzoni, di cui 1057 depositate alla Siae come “Kramer Gorni” e 177 come “Francesco Gorni”

https://it.wikipedia.org/wiki/Gorni_Kramergorni-kramer-omaggio

Giorgio Gaslini (1929-2014)
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Giorgio Gaslini  (Milano, 22 ottobre 1929 – Borgo Val di Taro, 29 luglio 2014)
è stato un compositore, direttore d’orchestra e pianista italiano. Tra i più prolifici jazzisti italiani, vanta circa quattromila concerti in tutto il mondo, Cina compresa, più di 90 album, con collaboratori sia italiani che stranieri. Ha registrato per diverse case discografiche, tra cui la Voce del Padrone e la Durium. Autore anche di colonne sonore, ha collaborato con registi come Antonioni, Lizzani e Argento. Tra i più prolifici jazzisti italiani, vanta circa quattromila concerti in tutto il mondo, Cina compresa, più di 90 album, con collaboratori sia italiani che stranieri. Ha registrato per diverse case discografiche, tra cui la Voce del Padrone e la Durium. Autore anche di colonne sonore, ha collaborato con registi come Antonioni, Lizzani e Argento…
https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Gaslini

“Il Jazz è una musica talmente creativa perchè ha dato sempre grande spazio all’improvvisazione, improvvisare nel jazz non significa tirare a campare, metter giù le note che vuoi, c’è un rigore, ci sono delle regole, ci sono altre forme musicali, il jazz è la musica del 900 che ha valorizzato di più la creatività istantanea che noi chiamiamo a volte improvvisazione, a volte composizione istantanea, in tutto questo, il jazz permette di abbracciare tanti altri linguaggi. Mio padre era una grande africanista che vive in casa, respirava cultura africana, io ho cominciato ad improvvisare a sei sette anni, intanto studiavo il pianoforte, quando ho avuto dodici anni, è arrivato un signore e mi ha detto: guarda che quella roba lì che tu fai si chiama jazz ” (Giorgio Gaslini)

Lelio Luttazzi (1923-2010)
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Lelio Luttazzi (Trieste, 27 aprile 1923 – Trieste, 8 luglio 2010)
è stato un attore, cantante, direttore d’orchestra, musicista, regista, scrittore, showman e conduttore televisivo italiano.
Studente all’Università di Trieste in giurisprudenza, durante la seconda guerra mondiale, sostiene soltanto due esami perché inizia a suonare il pianoforte a Radio Trieste e a comporre le sue prime canzoni. Nel 1943 avviene l’incontro che gli cambia la vita: con alcuni suoi compagni di università si esibisce al teatro Politeama in uno spettacolo musicale, in veste di direttore d’orchestra, per aprire il concerto di Ernesto Bonino, cantante torinese molto noto all’epoca, che rimane colpito da Luttazzi, al punto di chiedergli, al termine dello show, di comporre una canzone per lui…
Lelio ci prova e gliela spedisce, con poca convinzione, ma nello stesso anno Bonino la incide: è la celeberrima Il giovanotto matto, che diventa un grande successo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Lelio_Luttazzi

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“LELIO SWING”: Il nuovo album e una mostra tributo a Lelio Luttazzi 

Redazione | 04/12/2014 – Esce venerdì 5 dicembre in tutte le edicole con la rivista musica jazz, il nuovo straordinario album, con 20 sue composizioni interpretate da artisti, amici e fan. All’evento a Rimini una mostra della Fondazione Luttazzi in ricordo di “50 anni di storia italiana a ritmo di swing”. STEFANO BOLLANI, MINA, LUCIO DALLA, REMO ANZOVINO, SIMONA MOLINARI, RENATO SELLANI E ALTRI BIG DELLA MUSICA ITALIANA RENDONO OMAGGIO AL MAESTRO LELIO LUTTAZZI.  SPICCANO “VECCHIA AMERICA” RIVISITATA DA LUCIO DALLA, “CHI SIETE” DI MINA DAL FILM L’OMBRELLONE DI DINO RISI, LA DOPPIA VERSIONE DI “BUONANOTTE ROSSANA” (DEL PIANISTA REMO ANZOVINO QUELLA STRUMENTALE E DI SIMONA MOLINARI QUELLA CANTATA) E DUE INEDITI DI MUSICA NUDA E FAUSTO CIGLIANO. LELIO SWING – “50 ANNI DI STORIA ITALIANA A RITMO DI SWING” – È ANCHE IL TITOLO DELLA MOSTRA ORGANIZZATA DALLA FONDAZIONE LUTTAZZI IN CORSO A RIMINI NELLE SALE DEL GRAND HOTEL PER UNA CHARITY IN PROGRAMMA IL 27 DICEMBRE

Altro su: http://www.globusmagazine.it/lelio-swing-il-nuovo-album/#.VlRrsXYvcdV

Luttazzi Swing Master

Bruno Martino (1925-2000)bruno-martino-21Bruno Martino (Roma, 11 novembre 1925 – Roma, 12 giugno 2000) è stato un cantante, compositore e pianista italiano, famoso tra gli anni cinquanta e i primi settanta.Debutta come pianista jazz nel 1940, all’età di quindici anni, suonando di nascosto in un’orchestrina jazz studentesca. Nel 1944 entra in Rai, come pianista dell’Orchestra 013 di Piero Piccioni. Negli anni seguenti ottiene grande successo all’estero, principalmente nel Nord Europa, sperimentando un genere originale, un mix di jazz, canzoni napoletane e sue composizioni. Forte dei consensi ottenuti, tornato in Italia nel 1958, compone canzoni per Caterina Valente, Renato Rascel e Wilma De Angelis. Crea un gruppo, il Quintetto Bruno Martino, formato da Ole Jorgensen (nato a Copenaghen nel 1935, alla batteria), Carlo Pes (alla chitarra), Luciano Ventura (nato a Ferrara nel 1928, al contrabbasso), Bruno Brighetti (nato a Bologna nel 1926, alle trombe, al vibrafono, al trombone e alla fisarmonica); un caso fortuito lo lanciò anche come interprete, quando sostituì il cantante della sua orchestra

https://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Martino

E cantanti come Natalino Otto (1912-1969)
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In particolare Natalino Otto fu la prima voce jazz: la sua bravura era in parte anche dovuta ai viaggi che spesso compiva della tratta Genova – New York. Natalino Otto rimane fra gli interpreti e autori più prolifici nell’ambito del jazz italiano.
Natalino Otto, nome d’arte di Natale Codognotto
(Cogoleto, 24 dicembre 1912 – Milano, 4 ottobre 1969), è stato un cantante, produttore discografico e editore di brani musicali italiano, iniziatore del genere swing in Italia.
Iniziò come cantante e musicista nei locali della sua regione, la Liguria, ma,come accadrà poi ad altri suoi colleghi genovesi (da Joe Sentieri fino ai moderni cantautori) la gavetta dovette farla emigrando, nel suo caso per esibirsi durante gli anni trenta a bordo dei transatlantici che facevano la spola tra l’Europa e il nord America. Questa esperienza gli fece conoscere la musica d’oltreoceano, i nuovi generi musicali jazz e swing.
Nel 1934 fu scritturato da un’emittente radiofonica italo-americana di New York. Rientrato in Italia nel 1935, Otto propose, dopo qualche anno, un repertorio innovativo fortemente ispirato alla musica americana del periodo, ma si dovette scontrare con la realtà italiana, dove ogni suggestione esterofila era vietata. Fu costretto a cambiare i titoli di alcune canzoni: Saint Louis Blues fu tradotto letteralmente in Le tristezze di San Luigi (o di St. Louis, secondo le versioni), Mister Paganini divenne Maestro Paganini. L’EIAR, l’ente radiofonico di stato, non trasmetteva i suoi pezzi, definiti “barbara antimusica negra”
https://it.wikipedia.org/wiki/Natalino_Otto
Negli anni ’50 emerge poi la figura di

Fred Buscaglione (1921-1960)
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Conosciuto tutt’oggi anche da chi non è un cultore del jazz, che negli anni divenne sempre più un cantante swing giunto al grande successo anche per la spiccata ironia del suo personaggio.
Fred Buscaglione, nome d’arte di Ferdinando Buscaglione
(Torino, 23 novembre 1921 – Roma, 3 febbraio 1960),
è stato un cantautore, polistrumentista e attore italiano.
Ha scritto alla sua morte Leo Chiosso, amico e collaboratore:
« Tutto è fermo nel giorno / l’archetto si è sfrangiato nel cantare / troppo acuto di urgenze non espresse ancora / dal tuo fragile violino / nell’urlo di una Thunderbird ferita. / Canteremo da soli il tuo ricordo. »
Nato a Torino da una famiglia originaria di Graglia, un paesino in provincia di Biella, era un bambino vivace e solare ed il suo ricordo è vivo tra i vicini intervistati dai cronisti. Mostrò sin da piccolo una grande passione per la musica.
A undici anni fu ammesso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino che però abbandonò dopo tre anni di frequenza un po’ per la scarsa simpatia rispetto alla musica classica e un po’ perché le non floride condizioni economiche della sua famiglia (il padre era pittore edile, la madre portinaia e occasionalmente insegnante di pianoforte) lo costrinsero a cercare lavoro prima in piccoli impieghi da fattorino e poi da apprendista odontotecnico. Era ancora adolescente quando iniziò ad esibirsi nei locali notturni della città come cantante jazz: come polistrumentista era in grado di suonare diversi strumenti, dal contrabbasso, al violino, al pianoforte, alla tromba.
Un giorno, durante una sua esibizione al Gran Caffè Ligure, venne notato da uno studente di giurisprudenza, appassionato lettore di libri gialli di nome Leo Chiosso. Nacque così un sodalizio artistico che durò fino alla prematura scomparsa di Fred.
Discografia e altro su:
https://it.wikipedia.org/wiki/Fred_Buscaglione
Mix – Fred Buscaglione – playlist

Franco Cerri (1926)franco-cerri (1)Franco Cerri (Milano, 29 gennaio 1926

E’ un chitarrista italiano. Attualmente è considerato il chitarrista italiano più autorevole nel campo del jazzla sua simpatia innata ha fatto sì che molti spettatori, vedendo le sue partecipazioni in tv (specialmente negli anni sessanta), si avvicinassero al jazz e allo studio della chitarra. Molto apprezzato a livello internazionale, ha lavorato al fianco di artisti del calibro di Django Reinhardt, Gorni Kramer, Chet Baker, Gerry Mulligan, Billie Holiday, Stéphane Grappelli, Lee Konitz, Dizzy Gillespie, Tullio De Piscopo, Pino Presti, Jean Luc PontyÈ uno dei tre chitarristi jazz italiani con una voce inserita nell’Enciclopedia Treccani (gli altri due sono Carlo Pes e Lanfranco Malaguti). Riceve la sua prima chitarra (costata 78 lire) in regalo dal padre a diciassette anni, ed inizia ad imparare a suonare da autodidatta; inizia nel frattempo a lavorare dapprima come muratore e poi come ascensorista presso la Montecatini, guadagnando undici lire al giorno.

Il riferimento per l’apprendimento della chitarra è il noto chitarrista
Michele Ortuso, di cui studia la tecnica.
Durante la Seconda guerra mondiale si esibisce in spettacoli per i lavoratori nei dopolavoro, insieme con alcune orchestrine, riuscendo a farsi notare per la sua notevole tecnica; in questo periodo ha la sua prima esibizione radiofonica a “Radio Tevere, voce di Roma libera”. Un programma radiofonico molto innovativo che scosse la monotonia della RSI divenendo il programma più seguito nel nord Italia, anche da molti antifascisti. La Radio, appoggiata dallo stesso Mussolini, fingeva di trasmettere da una stazione clandestina di Roma, mentre in realtà trasmetteva da Milano, sfuggendo alla censura e ottenendo così la massima libertà nelle scelte redazionali come la messa in onda di musica Jazz o la diffusione di radiogiornali con notizie molto precise e realistiche…
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Cerri
Franco Cerri, una vita piena di Jazz

E’ una grande fortuna fare musica e per me il jazz è un modo di esprimere più importante, un privilegio, è come raccontare un qualcosa attraverso uno strumento, anziché parlarne, si fa con le note, io non ho mai vissuto fasi musicali in casa mia, sono stato il primo io a parlare di musica in casa e a farla dopo, per cui non c’era nessun punto di riferimento, non avevamo nè un giradischi nè la radio che è arrivata anni dopo, è stata l’unica maniera per avvinarsi alla musica. La prima chitarra me la comperò papà nel 1944, dovetti insistere parecchio per averla, è costata 78 £ire, è stata una chitarra molto importante, quella che mi ha dato l’avvio. Chiedevo a un’amico che suonava il pianoforte, Giampiero Boneschi, che poi diventò un grande musicista, lui mi dava dei grandi suggerimenti, ne sapeva più di me, all’epoca c’erano pochi dischi, maestri ispiratori tanti, quelli che ascoltavamo erano Louis Armstrog, Benny Goodman, c’era un chitarrista, un certo Michele Ortuso che all’epoca era uno sconosciuto e che poi ho avuto l’occasione di conoscere, che faceva degli assoli di chitarra e mi avevano molto impressionato. Nel periodo del fascismo, era vietato suonare jazz, soprattutto la musica che amavamo noi, era musica dei neri che per il fascismo non andava bene. Uno dei primi concerti, intrattenimento diciamo, è stato all’ospedale di Piazza delle Bande Nere dove andavamo per consolare i feriti all’inizio del 45, ma noi non potevamo suonare con gli occhi chiusi e sotto quest’aspetto, non fu un bel debutto diciamo. Quando finì la guerra tutti avevano voglia di ballare, io suonavo con un gruppo che faceva musica da ballo.(Franco Cerri)
Franco Cerri – Ieri & Oggi – Featuring “The Guitar Ensemble”- 2004

ItaliaJazzit

Oggi il jazz rimane un genere amato e diffuso in Italia.

Gli vengono dedicati diversi festival, tra cui il più universalmente famoso è
l’Umbria Jazz Festival. Esiste, tra le tante, anche un’importante rivista dedicata al genere: “Musica Jazz”, edita dal 1945 ad oggi ininterrottamente, attestandosi così come rivista musicale più longeva al mondo. Dal 1981, insieme alla rivista, viene allegato anche un supporto discografico, prima LP e oggi CD. Tali supporti vengono considerati da collezione, sia perché contengono brani inediti o edizioni introvabili, sia perché le copertine sono state create da disegnatori famosi come Guido Crepax e Maurizio Bovarini.
I nomi del panorama jazz italiano attuale che ha trovato piena considerazione in tutto il mondo sono – solo per citarne alcuni:

Franco Cerri, Enrico Rava, Antonello Salis, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Antonio Faraò, Dado Moroni, Aldo Romano, Stefano di Battista, Enrico Intra, Tullio De Piscopo, Giorgio Rosciglione, Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Danilo Rea, Nicola Mingo,Pippo Matino, Giovanni Falzone, Giovanni Mirabassi, Enrico Pieranunzi, Riccardo Fassi, Gianluigi Trovesi e tanti altri oltre alle cantanti Tiziana Ghiglioni, Maria Pia de Vito e Ada Montellanico. In particolare Franco Cerri viene considerato il chitarrista italiano più autorevole nel campo del jazz. Enrico Rava è uno dei jazzisti italiani più noti a livello internazionale, grazie anche alle sue molteplici attività in U.S.A., con oltre novanta registrazioni, di cui circa trenta da solista. Paolo Fresu è un compositore, trombettista e flicornista italiano, è un jazzista di fama mondiale e fondatore di Time in Jazz, festival che si tiene ogni anno a Berchidda in Sardegna.

Paolo_Fresu_IbkÈ stato presentato questa mattina (21 Dicembre 2015) alla Casa del Jazz di Roma il nuovo portale ItaliaJazz.it che, attivo da oggi, è interamente dedicato al jazz italiano. Il nuovo portale è stato ideato dall’associazione nazionale I-Jazz e “inaugurato” dal trombettista Paolo Fresu e del Ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini.

ItaliaJazz.it, che ha l’obiettivo di “rafforzare la voce del jazz italiano a livello nazionale e internazionale”, è una sorta di rete aperta a tutti gli operatori del settore – artisti, organizzatori, istituzioni e operatori turistici – ma anche e soprattutto al pubblico degli appassionati.

Per ora hanno già risposto all’appello oltre 1.900 artisti, 570 tra band, orchestre e collettivi, più di 280 tra festival e rassegne, circa 80 jazz club, 700 strutture e 900 inseriti in calendario e oltre 470 luoghi di spettacolo.

ItaliaJazz.it è infatti suddiviso in sei categorieNotizie, Attività, Calendario, Artisti, Strutture, Media – che costituiscono un grande database d’informazioni e dati geolocalizzati. Inoltre, il sito è pronto diventare un enorme archivio musicale – in grado di gestire milioni di record e transazioni – a partire dalle prossime settimane quando comincerà l’importazione delle migliaia di file MP3 dal sito Italian Jazz Music, del consorzio dei produttori indipendenti di musica jazz in Italia.«Crediamo che un sito così, organizzato in questo modo rappresentativo di una realtà complessa come quella italiana probabilmente non esiste. Possiamo dire di avere fatto una cosa innovativa, fondamentale, importante per il mondo del jazz italiano» ha commentato il trombettista Paolo Fresu.

Altro su: http://www.sorrisi.com/musica/news/italiajazz-un-nuovo-portale-per-il-jazz-italiano/

Notizie varie del momento, anche sulla mia pagina Facebook sopra citata.

Alcuni degli artisti che hanno fatto la storia del jazz fotomont lilly

I musicisti che hanno fatto la storia del jazz sono stati quegli interpreti d’eccezione che hanno saputo comunicare al grande pubblico le originali ed innovative sonorità di questo genere musicale apportando, al contempo, un proprio personale contributo.

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Louis Armstrong (1901-1971)

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Louis Daniel Armstrong noto anche con il soprannome di Satchmo o Pops

(New Orleans, 4 agosto 1901 – New York, 6 luglio 1971)
è stato un trombettista e cantante statunitense.

Armstrong è stato uno tra i più famosi musicisti jazz del XX secolo, raggiungendo la fama inizialmente come trombettista, ma fu anche uno dei più importanti cantanti jazz, soprattutto verso la fine della carriera. Viene considerato una delle più grandi e influenti personalità in campo musicale del ‘900, e le sue innovazioni interpretative hanno permesso alla musica jazz di evolversi ed espandersi, aiutandola a diventare un genere celebre in tutto il mondo

Armstrong affermava di essere nato il 4 luglio 1900, data annotata in molte biografie. Sebbene sia morto nel 1971, fu solo verso la metà degli anni ottanta che la sua vera data di nascita (il 4 agosto del 1901) fu scoperta grazie all’esame dei documenti battesimali. Nacque in una famiglia povera a New Orleans ed era nipote di schiavi. Trascorse la sua infanzia in un sobborgo residenziale di New Orleans, noto come “Back of Town”. Suo padre, William Armstrong (1881-1922), abbandonò la famiglia quando Louis era ancora neonato e se ne andò con un’altra donna. Sua madre, Mayann Armstrong (1886-1942), lasciò così Louis e la sorella Beatrice Armstrong Collins (1903-1987) alla nonna, Josephine Armstrong, e a volte allo zio Isaac. A cinque anni tornò a vivere con la madre e i suoi parenti, e rivide il padre solo in poche circostanze. Frequentò la Fisk School per ragazzi. Portava a casa pochi soldi raccogliendo carta e trovando resti di cibo che vendeva a vari ristoranti ma ciò non era abbastanza per allontanare la madre dalla prostituzione.
Armstrong crebbe nel fondo della scala sociale, in una città caratterizzata da una forte discriminazione razziale, ma anche appassionata a quel tipo di musica che ai tempi veniva chiamato “ragtime” e non ancora “jazz”. Pur avendo avuto una difficile gioventù, (finì in riformatorio giovanissimo), Armstrong non considerava quegli anni come negativi e ne trasse ispirazione. In un’intervista Armstrong dichiarò: “Ogni volta che chiudo gli occhi per soffiare nella mia tromba, guardo nel cuore della buona vecchia New Orleans… Mi ha dato qualcosa per cui vivere”
Altro su:
https://it.wikipedia.org/wiki/Louis_Armstrong

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Duke Ellington (1899-1974)Duke EllingtonEdward Kennedy Ellington noto come Duke Ellington

(Washington, 29 aprile 1899 – New York, 24 maggio 1974) è stato un direttore d’orchestra, pianista e compositore (oltre mille brani) statunitenseDuke Ellington è considerato e uno dei grandi compositori Americani del 1900 uno dei più importanti compositori di tutta la storia del jazz, grazie a grandi successi come ”Take The A Train”, “It Don’t Mean A  Thing” e “In A Sentimental Mood”. Durante una carriera durata 60 anni, le composizioni di Ellington hanno toccato generi distinti dal jazz, quali il blues, il gospel, le colonne sonore e la musica classica. A partire dalla fine degli anni dieci inizia a suonare professionalmente, come pianista, nella natia Washington; solo pochi anni dopo, manifestando già qualità manageriali, raduna attorno a sé amici musicisti come Sonny Greer e Otto Hardwick, per suonare a feste e in locali da ballo. Nel 1922, grazie a Sonny Greer, si trasferisce a New York per suonare con il complesso di Wilbur Sweatman; al luglio 1923 data il primo importante ingaggio a New York con la Snowden’s Novelty Orchestra in uno dei più eleganti locali di Harlem.

Il complesso di Elmer Snowden comprendeva già un primo nucleo della futura orchestra di Ellington: Otto Hardwick e Roland Smith (ance), Arthur Whetsol e Bubber Miley, (trombe), John Anderson (trombone), Elmer Snowden (banjo), Sonny Greer (batteria). Nel 1924 Ellington diviene, dopo l’allontanamento di Snowden, il band-leader della formazione, che prenderà successivamente il nome di Washingtonians e rimarrà al Kentucky Club fino al 1927. Nel 1926 Irving Mills, l’uomo giusto al momento giusto, diventa l’impresario dell’orchestra: organizza brevi tournée, ingaggi e sedute di registrazione. Nel 1927 Ellington ottiene un contratto nel locale più in vista di Harlem, il Cotton Club: questa si rivelerà una svolta decisiva nella sua carriera. Sono anni fondamentali per la scelta dell’organico e conseguentemente della sonorità dell’orchestra e della preparazione di un repertorio. Nel 1928 entrano a far parte dell’orchestra Johnny Hodges (sassofono contralto e soprano) e Barney Bigard (clarinetto); nel 1927 erano entrati Louis Metcalf (tromba), Harry Carney (sassofono baritono) e Wellman Braud (contrabbasso). Nel 1926 Ellington aveva ingaggiato il trombonista Tricky Sam Nanton, che assieme a Miley avrebbe contribuito alla definizione del suono “growl” e “jungle” che avrebbe contraddistinto l’orchestra nei primi anni.

Altro su: https://it.wikipedia.org/wiki/Duke_Ellington

http://www.dukeellington.com/

Duke Ellington suona con un’orchestra nel film L’aventure du jazz.

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ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Glenn Miller (1904-1944)miller-glenn-5123e13c2f6e9Alton Glenn Miller – Esponente del genere swing.

(Clarinda, 1º marzo 1904 – Canale della Manica, 15 dicembre 1944) è stato un trombonista, direttore d’orchestra e compositore statunitense. Fu un musicista jazz e direttore d’orchestra tra i più noti dell’epoca swing, e autore di brani celeberrimi come Moonlight Serenade del 1939. Tra i brani celebri : “Swingin’ the Blues”, “Basie Boogie” e “Slow Blues”.Tre premi Grammy Hall of Fame (1983, 1991 e 1996), sono stati assegnati a sue incisioni. I suoi arrangiamenti portarono alla celebrità anche brani di altri compositori, come In the Mood. Trascorse l’adolescenza a Fort Morgan, nel Colorado, dove prese lezioni di musica e cominciò a suonare il trombone nell’orchestra di Boyd Senter. Tra il 1921 e il 1922 studiò alla Colorado State University, successivamente si unì all’orchestra di Ben Pollack lavorando anche come arrangiatore. Negli anni trenta arrivò a New York lavorando come free lance sia in spettacoli dal vivo che negli studi di registrazione. Dopo aver collaborato, tra gli altri, con Red Nichols, con i fratelli Jimmy e Tommy Dorsey e con Ray Noble, nel 1937 formò la sua prima band, cercando di mettere a fuoco le sue intuizioni musicali e di sfruttare l’intensità del timbro del suo strumento, che si elevava sui quattro sassofoni creando un suono altamente riconoscibile.

Il mistero della morte: Miller scomparve improvvisamente il 15 dicembre 1944, mentre sorvolava la Manica a bordo di un aereo militare per raggiungere Parigi, dove la sua orchestra avrebbe dovuto suonare per i soldati che avevano da poco liberato la capitale francese. Il suo corpo non fu mai recuperato. Come disperso in guerra, nell’aprile del 1992 gli fu dedicata una lapide nel  Cimitero nazionale di Arlington.

https://it.wikipedia.org/wiki/Glenn_Miller

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Lionel Leo Hampton (1908-2002)hamp1Vibrafonista, direttore d’orchestra e percussionista jazz statunitense. Lionel Hampton è stato uno dei grandi della swing era, della tradizione, delle vulcaniche performance, supportate da un’orchestra percussiva, trascinante, fluviale nell’impeto. Hampton esordisce suonando la batteria in gruppi non proprio famosi della West Coast. Durante una seduta di registrazione con Louis Armstrong gli viene chiesto di suonare il vibrafono; con questo episodio inizia negli anni trenta l’ancora anonima carriera di Hampton. Nel 1936 Benny Goodman lo va a sentire nel locale di Liso Alex dove si esibisce a Los Angeles. Immediatamente lo scrittura per delle incisioni e sei mesi dopo lo accoglie nella sua orchestra. Hampton diviene subito una star e nel 1938 prende parte al famoso concerto di Goodman alla Carnegie Hall…
https://it.wikipedia.org/wiki/Lionel_Hampton

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Benny Goodman (1909-1986)benny-goodman-2 - Copia(Chicago, 30 maggio 1909 – New York, 13 giugno 1986)

E’ stato un celebre clarinettista, compositore edirettore d’orchestra statunitense. Specialmente negli anni trenta ebbe grandi successi con la sua Big Band ed è ritenuto il più importante protagonista dello swing.

Goodman nacque a Chicago da poveri immigrati ebrei provenienti dalla Russia. Goodman fu indirizzato proprio per volontà del padre agli studi musicali. Nella sua città, nuova capitale del jazz degli anni Venti, il giovane Benny Goodman si distinse subito nelle sue esibizioni per l’eleganza formale e la notevole raffinatezza stilistica, oltre che per l’evidentissimo rispetto delle regole armoniche di ovvia scuola europea, apprese negli anni degli studi con F. Schoepp, un immigrato tedesco insegnante al Chicago Musical College. A dodici anni suonava già nell’orchestra del teatro ed in diverse orchestre da ballo della città.Le sue prime incisioni (1926), nell’orchestra di Ben Pollack, rivelano uno stile aspro, ma già personale. Dopo la crisi economica del 1929 tornò alla musica da ballo, fondando un’orchestra jazz. Il suo modo di suonare il jazz deriva dai grandi solisti delle band degli anni 1921 tra cui il Creole Jazz Band di King Oliver ed i più noti rappresentanti del Chicago Jazz come Johnny Dodds, Barney Bigard o Don Redman. Benny Goodman è ricordato nella storia della musica jazzcome The king of swing”. Tra i suoi pezzi di successo , ricordiamo “Sing, Sing, Sing” 

Altro su: https://it.wikipedia.org/wiki/Benny_Goodman

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Nat King Cole (1919-1965)natalie-nat-king-coleNome d’arte di Nathaniel Adams Coles 

(Montgomery, 17 marzo 1919 – Santa Monica, 15 febbraio 1965), è stato un cantante e pianista statunitense. Nathaniel Adams Coles nacque a Montgomery, in Alabama, nel 1919. Anche il 1917 e il 1915 sono stati a volte indicati come suoi anni di nascita ma – secondo la biografia di Daniel Mark Epstein – era registrato come neonato nel censimento del 1920. La famiglia si trasferì a Chicago quando Nathaniel era ancora un bambino; qui nacque suo fratello Freddy Cole, destinato anch’egli a sfondare come cantante. In quegli anni il padre dei Cole divenne ministro della chiesa Battista mentre la madre era l’organista della chiesa. Fu lei ad insegnare a Nathaniel a suonare il pianoforte fino all’età di 12 anni, quando il ragazzo iniziò a prendere regolari lezioni. Egli fu avviato allo studio non solo del jazz e della musica gospel, ma anche della musica classica (suonando, come dichiarò, “da Bach a Rachmaninoff”). La famiglia viveva a Bronzeville, un sobborgo di Chicago, famoso negli anni venti per la sua vita notturna e per i locali jazz. Nat usciva di casa di nascosto per passare gran parte del suo tempo fuori dai club, ascoltando artisti come Louis Armstrong, Earl Hines, e Jimmie Noone. Prese parte al rinomato programma musicale di Walter Dyett presso la DuSable High School. Ispirato dalla musica di Earl “Fatha” Hines, iniziò la sua carriera artistica a metà degli anni trenta, mentre era ancora un ragazzino, con il nomedi Nat Cole. Insieme al suo fratello maggiore Eddie Coles, bassista, incise il suo primo disco nel 1936. I due ebbero un qualche successo locale nell’area di Chicago ed incisero per etichette specializzate in musica nera. Cole fu anche pianista in Shuffle Along, la rivista della stella diBroadway Eubie Blaker, e prese parte ad un tour nazionale dedicato al revival del ragtime. Giunto in California, Cole decise di fermarsi lì. Altro su: https://it.wikipedia.org/wiki/Nat_King_Cole

190710035-a740c29d-c804-41e5-a6e2-a5d8dc476c1731 Dicembre 2015 – E’ morta all’età di 65 anni Natalie Cole, grande cantante e figlia della leggenda Nat ‘King’ Cole.
L’artista aveva 65 anni. Una carriera condizionata dall’ingombrante presenza della leggenda del padre scomparso e una vita segnata da anni di tossicodipendenza ed alcolismo. Per questo nel 2009 aveva criticato l’Academy per aver premiato Amy Winehouse. Reinterpretando le canzoni del genitore ha venduto milioni di copie e vinto sei Grammy Awards. Il suo disco “Unforgettable.. with love”,  in cui reinterpretava brani resi celebri dal padre, aveva venduto oltre 14 milioni di copie e le aveva procurato 6 Grammy Awards. La notizia è stata resa nota dalla giornalista, Maureen O’Connor che non ha precisato né il luogo né la data del decesso.

L’artista, che aveva alle spalle un passato anche di dipendenza dalla droga, nel 2009 era stata sottoposta a trapianto di reni. La sua vita e la sua carriera sono state inevitabilmente segnate dalla presenza ingombrante di un padre che aveva occupato da protagonista la scena musicale americana con il suo stile a cavallo tra pop e jazz. Natalie, con la sua voce delicata, si era impegnata a tenere alto il nome di famiglia e alimentare la leggenda di Nat King Cole.

Altro su: http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

John Coltrane (1926-1967)John_Coltrane_1963

(Hamlet, 23 settembre 1926 – New York, 17 luglio 1967) è stato un sassofonista e compositore statunitense.

Tra i più grandi sassofonisti della storia del jazz, è stato tra i capisaldi del genere              (in particolare di quello modale) degli anni sessanta, chiudendo il periodo del bop e aprendo quello del free jazz. Il pensiero musicale di Coltrane ha influenzato numerosi musicisti a venire. Ha ricevuto numerosi premi e onorificenze postume tra cui la canonizzazione, da parte della African Orthodox Church con il nome di Saint John William Coltrane. La chiesa di San Francisco a lui dedicata, la Saint John William Coltrane African Orthodox Church, utilizza musiche e preghiere di Coltrane nella propria liturgia. Unico figlio di John Robert Coltrane, sarto e con l’hobby della musica (suonava l’ukulele e il violino) e di Alice Blair, crebbe con la cugina Mary a High Point. A dodici anni perse il padre e fu poi colpito da altri lutti familiari. A tredici anni entrò nella banda dei boy scout come clarinettista e al liceo iniziò a suonare anche il sax contralto. Nel 1943 si diplomò e si trasferì in cerca di lavoro a Philadelphia, frequentando la “Omstein School Of Music”. Nel 1945 svolse il servizio militare alle Hawaii, come clarinettista della banda militare della Marina. Tornato a Philadelphia entrò nel gruppo di Joe Webb e quindi in quello di Eddie Vinson, passando al sax tenore e dedicandosi al rhythm and blues. Nel 1948 entrò a far parte dell’orchestra dell’Apollo Theater di Harlem a New York. A Philadelphia suonò ancora con i fratelli Heath, con Cal Massey, con Howard McGhee e con l’orchestra di Dizzy Gillespie, in cui suonava il sax contralto. Nel 1951 l’orchestra si trasformò in un settetto e Coltrane passò nuovamente al sax tenore: con questa formazione registrò il primo pezzo a Detroit il 1º marzo. Nel 1952 entrò nel gruppo di Earl Bostic e nel 1953 iniziò ad avere problemi con il consumo di eroina, a causa della quale venne licenziato dal gruppo di Jonny Hodges e di Miles Davis nel 1957. Il 3 ottobre 1955 si sposò con Juanita Grubbs (Naima) e iniziò a collaborare con Miles Davis.  Tra i brani che ha lasciato agli appassionati di jazz : “Naima” e “My Favorite Things”.

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

 Ray Charles Robinson ( 1930-2004)ray-charles

(Albany, 23 settembre 1930 – Beverly Hills, 10 giugno 2004) è stato un cantante e pianista statunitense, considerato uno dei pionieri della musica soul, nonché uno dei musicisti più importanti di tutti i tempi. Perse completamente la vista all’età di otto anni a causa di un glaucoma. Seppe coniugare sonorità diverse, dal rhythm and blues alla musica country, dal Vocal jazz al piano blues fino al soul blues. Il brano Georgia on My Mind è stato il suo più grande successo. Nel 1990 partecipò, classificandosi al secondo posto, al Festival di Sanremo dove interpretò in coppia con Toto Cutugno la canzone Gli amori. Il suo ultimo contributo alla musica è stato la produzione di un disco di duetti con B.B. King, Elton John, Norah Jones e Johnny Mathis. The Genius – come era stato soprannominato per il suo straordinario talento artistico, nel 1980 apparve nel film The Blues Brothers. Frank Sinatra lo chiamò “l’unico vero genio del business“. Nel 2004, Rolling Stone Magazine lo nominò 10º tra i 100 più grandi artisti di tutti i tempi e 2º nella classifica del 2008 dei 100 più grandi cantanti di sempre. Il sopra citato brano Georgia on My Mind – assieme ad altri motivi come I Can’t Stop Loving You, Unchain My Heart, Hit the Road Jack – gli sono valsi tredici Grammy.
 ALTRO SU:
ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

James Joseph Brown (1933-2006)140731_BB_GETONUP_JamesBrownSBS.jpg.CROP.promo-mediumlarge

(Barnwell, 3 maggio 1933 – Atlanta, 25 dicembre 2006) “Padrino del Soul” cantante, musicista, compositore, ballerino e attore statunitense Considerato una delle più importanti ed influenti figure della musica del XX secolo, è stato un pioniere nell’evoluzione della musica gospel e rhythm and blues, nonché del soul, del funk, del rap, e della disco music.

Dotato di un’esplosiva presenza scenica, operò una sorta di rivoluzione copernicana dei classici assetti melodici, spostando per la prima volta l’accento ritmico sulla prima e sulla terza misura della battuta, anziché – come era tipico – sulla seconda e sulla quarta. Il suo trascinante modo di stare sul palco ed il suo stile furono ripresi da artisti come Mick Jagger, Prince ed altri Era noto anche con alcuni soprannomi (molti autoattribuiti), fra i quali “Soul Brother Number One“, “Mr. Dynamite“, “The Hardest-Working Man in Show Business”, “Minister of The New New Super Heavy Funk”, “Mr. Please Please Please”, “Universal James”, “Funky President”, “The King of R&B“, e il più noto di tutti, “The Godfather of Soul“, il padrino del Soul. Negli anni settanta è stato bandleader del gruppo The J.B.’s, citato spesso con nomi alternativi quali The James Brown Soul Train, Maceo and the Macks e The Last Word. Come gruppo a sé stante, i J.B.’s hanno suonato anche come backing band di Bobby Byrd, Lyn Collins ed altri cantanti. Nel 1980 ha interpretato il ruolo di reverendo Cleophus James nel film The Blues Brothers. Nel 2014 esce il film “Get on Up” diretto da Tate Taylor e prodotto, tra gli altri, da Mick Jagger. La pellicola ripercorre la sorprendente vita del Padrino del Soul, a partire dalla povera infanzia fino alla consacrazione mondiale. Un’esistenza da leggenda, tra genio e sregolatezza, che ci lascia uno dei patrimoni artistici tra i più ricchi di sempre. È stato l’idolo e il massimo ispiratore di Michael Jackson. Secondo il sito WhoSampled James Brown è l’artista più campionato di tutti i tempi. Rolling Stone lo inserisce al settimo posto nella sua lista dei 100 più grandi artisti della storia e al decimo in quella dei migliori cantanti

Altro su:

https://it.wikipedia.org/wiki/James_Brown
http://www.lastfm.it/music/James+Brown

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Otis Clay (11-02-1942 / 08-01-2016)Obit Otis Clay

E’ morto Otis Clay, icona soul e blues
E’ stato stroncato ieri a Chicago da un infarto Otis Clay, 73 anni, icona della musica soul e blues, genere quest’ultimo per il quale era entrato nel 2013 nella Hall of Fame di Memphis. Lo rendono noto i media americani. Nato nel 1942 a Waxhaw, in Mississippi, dove aveva iniziato a cantare musica gospel, Clay era sbarcato sulla scena musicale di Chicago alla metà degli anni ’50. Nel 1967 compose sua prima hit nazionale di rhythm and blues ‘That’s How It is (When You’re in Love), seguita poco dopo da un altro singolo di successo, ‘She’s About a Mover’. Negli anni ’70, Clay lanciò la sua Echo Records. Con l’album ‘Walk a Mile in My Shoes’ ottenne nel 2008 una nomination ai Grammy per Miglior performance tradizionale R&B. Clay era noto a livello internazionale non solo come cantante ma anche per la sua attività filantropica.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2016/01/10/e-morto-otis-clay-icona-soul-e-blues_636c291e-aa3f-47d9-a235-ce000c608fa5.html

http://www.billboard.com/articles/news/obituary/6836435/otis-clay-billy-price-this-time-for-real-chicago-blues-and-soul-singer-dies-at-73?utm_source=GooglePlus

Otis Clay – Playlist
#OtisClay  1/135 video

ALCUNI DEGLI ARTISTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DEL JAZZ:

Aretha Franklin (25 marzo 1942 – 16 agosto 2018)

artista-jazz-aretha-franklin-23Aretha Louise Franklin: 25 marzo 1942, Memphis, Tennessee, Stati Uniti 16 agosto 2018, Detroit, Michigan, Stati Uniti 

E’ stata una cantautrice e pianista statunitense, una delle icone della musica gospel, soul e R&B. È soprannominata “La Regina del Soul” o “Lady Soul” per la sua abilità di aggiungere una vena soul a qualsiasi cosa canti e per le sue enormi abilità vocali. Lo Stato del Michigan ha ufficialmente dichiarato la sua voce “una meraviglia della natura”. È molto nota per la sua vasta produzione di musica soul e R&B ma anche gospel, blues, jazz, rock, pop, hip hop e lirica che le hanno fatto aggiudicare ben ventuno premi Grammy (otto dei quali vinti consecutivamente nella stessa categoria dal 1968 al 1975; in quel periodo il premio veniva chiamato The Aretha Award, ossia “Il premio Aretha”. Il 3 gennaio 1987 è stata la prima donna a entrare a far parte della Rock and Roll Hall of Fame. In una classifica stilata nel 2004 dalla rivista Rolling Stone Aretha è stata classificata al nono posto, che è anche il piazzamento più alto per una donna, tra i 100 artisti più grandi nella storia. Sempre da questa rivista è stata giudicata la più grande voce femminile di tutti i tempi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Aretha_Franklin

E ancora, desidero ricordare uno dei grandi, meravigliosi artisti che hanno fatto la storia del Jazz, uno degli esponenti principali del panorama R&B

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B. B. King, nome d’arte di Riley B. King:

Leggenda del blues.

L’ultimo Re della musica delle radici

(Itta Bena, 16 settembre 1925 – Las Vegas, 14 maggio 2015), è stato un chitarrista e cantante statunitense. Con una lunghissima carriera alle spalle, è stato uno dei più importanti esponenti del blues della seconda parte del XX secolo e del XXI. Con la sua mitica “Lucille”, una chitarra Gibson ES-355 custom, è diventato un’icona stessa del genere musicale già a partire dagli anni cinquanta. Ha vinto 14 volte il Grammy. Nella rivista Rolling Stone è posto come sesto chitarrista più bravo di tutti i tempi (Lista dei 100 migliori chitarristi secondo Rolling Stone). Il suo sound è caratterizzato da suoni caldi e piacevoli che danno vita ad un blues elegante che lo ha contraddistinto per tutta la sua carriera. Il suo stile chitarristico è caratterizzato solo da parti soliste che si alternano al canto, senza mai sfociare in parti di accompagnamento.

King passò molta della sua infanzia vivendo con la madre e la nonna, lavorando come contadino. King ha detto che veniva pagato 35 centesimi per ogni 100 libbre (45 kg) di cotone che raccoglieva, prima di scoprire il suo talento. Da giovane, si appassionò ai cantanti neri come T-Bone Walker e Lonnie Johnson e artisti jazz come Charlie Christian e Django Reinhardt. Presto incominciò a esercitarsi cantando musica gospel in chiesa. Nel 1943 King si trasferì a Indianola e tre anni dopo a Memphis, dove affinò la sua tecnica di chitarrista con l’aiuto del cugino, il chitarrista country blues Bukka White. Alla fine, King incominciò a trasmettere la sua musica dal vivo sulla radio di Memphis WDIA come disc-jokey, una stazione che aveva da poco cambiato la propria programmazione per trasmettere soltanto musica nera, cosa estremamente rara all’epoca. Alla radio King incominciò ad usare il nome The Pepticon Boy, che più tardi divenne The Blues Boy from Beale Street (il ragazzo del blues di Beale Street) o più semplicemente The Beale Street Blues Boy: il nome fu poi abbreviato a Blues Boy e, infine, a B.B.

ALTRO SU: https://it.wikipedia.org/wiki/B.B._King

http://www.bbking.com/

B.B King – The jazz channel 2001

Oltre a quelli descritti, sono tantissimi i nomi da ricordare, alcuni dei quali riuniti nella mia playlist JAZZ & BLUES Live-Concerti & Compilation nella quale sono descritte le altre raccolte dedicate al Jazz.

Playing For Change playlist

ALCUNI TRA I MIEI PREFERITI: 

Robert Glasper
1433863792robertglaspe_capitolstudiosrRobert Glasper (Houston, 6 aprile 1978)
è un pianista e produttore discografico statunitense.
Con l’album Black Radio (2012) ha vinto il Grammy Award al miglior album R&B.
Nato in Texas, si è formato a New York. Qui ha incontrato Bilal, con cui ha collaborato. Oltre che con Bilal, ha collaborato con Mos Def e ha portato il suo contributo negli album di Q-Tip, Kanye West, J Dilla, Erykah Badu, Jay-Z, Common,
Talib Kweli e altri artisti.
Nel 2004 ha pubblicato il suo primo album discografico Mood. Attraverso la Blue Note Records ha pubblicato l’anno seguente Canvas. Segue In My Element (2006). Nel 2009, con Double-Booked, ha sperimentato anche il funk e ha collaborato con Questlove.
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Glasper
Robert Glasper “The King of Black Music”
La scorsa domenica, 26 luglio 2015, il trio di Robert Glasper è stato ospite dell’ottima rassegna Locus Festival, a Locorotondo in provincia di Bari, una delle rassegna musicali estive più interessanti ed originali in Puglia.
Ero particolarmente curioso di ritrovare Glasper in un setting acustico, dopo i due album della serie Black Radio che lo hanno innalzato allo status di star globale.
Altro su:
http://www.traccedijazz.it/index.php/concerti/1359-robert-glasper-the-king-of-black-music
http://www.robertglasper.com

JAZZ & BLUES-Raccolte & Preferiti  Aggiornata con le ultime novità del momento 

Gregory Porter – The brilliant voice of jazz gregory_porter_metropole_intro-61Gregory Porter (Sacramento, 4 novembre 1971) è un cantante statunitense. Nato e cresciuto in California, si è trasferito a New York nel 2004. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo album Water. Ha fatto parte del cast di Broadway di It Ain’t Nothin’ But the Blues. Il suo secondo disco Be Good è uscito nel 2012. L’anno seguente ha firmato per la Blue Note Records e ha pubblicato, nel settembre 2013, l’album Liquid Spirit. Grazie a questo disco ha vinto, nell’ambito dei Grammy Awards 2014, il Grammy al “miglior album jazz vocale”. Liquid Spirit ha anche raggiunto la “top 10” della classifica britannica.Nel 2015 collabora con i Disclosure per il singolo Holding On inserito nell’album Caracal

Discografia e altro su:
https://it.wikipedia.org/wiki/Gregory_Porter

http://www.gregoryporter.com/

Top Albums and Songs by Gregory Porter
https://itunes.apple.com/gb/album/liquid-spirit-special-edition/id1050239847

Il ritorno dell’album che ha lanciato GREGORY PORTER (822.000 copie vendute nel mondo!), ora in una straordinaria versione con quattro bonus track: il duetto con Jamie Cullum, il FULL VOCAL CLAPTONE remix del brano-bandiera Liquid Spirit, e tre INEDITE rivisitazioni di grandi classici: il disneyano When You Wish Upon a Star, l’omaggio a Fred Astaire in Puttin’ on the Ritz e quello a Frank Sinatra in Fly Me to the Moon.
http://www.universalmusic.it/jazz/news/newsdet.php?idn=11237

https://itunes.apple.com/gb/album/liquid-spirit-special-edition/id1050239847

JAZZ & BLUES-Raccolte & Preferiti Aggiornata con le ultime novità del momento 

LE SIGNORE DEL JAZZ: Sono giovani. Sono sensuali, Soprattutto, sono bravissime. Sono le nuove ladies del jazz. Artiste dalla grande personalità, dotate di talento, determinazione e voci che non lasciano indifferenti. Capaci di regalare un twist contemporaneo, venato di sofisticata elettricità, alle sonorità jazz, e disegnare nuovi, emozionanti paesaggi sonori. Eccole.                                                            

http://www.radiomontecarlo.net/gallery/190102/Le-signore-del-Jazz.html

R&B Best Songs-Live & Compilation Aggiornata con le ultime novità del momento 

Buddy Guy 

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https://it.wikipedia.org/wiki/Buddy_Guy

IL BLUES E’ TORNATO (Ottobre 2015)sfondo-collezioneBlues in vinile è il nome di una collezione di 60 dischi da 180 grammi che la casa editrice De Agostini pubblica in edicola e vende in abbonamento.
Il piano dell’opera – che per ora vede programmate soltanto le prime 25 uscite comprende titoli come John Mayall – A Hard Road, B.B. King – Live at the Regal,
Big Brother and the Holding Company (Janis Joplin) – Cheap Thrills,
The Allman Brothers Band – The Allman Brothers Band, e poi Steve Ray Vaughan,
Muddy Waters, Willie Dixon, T-Bone Walker, Gary Moore, Robben Ford
e Aretha Franklin. La prima uscita, con A Hard Road, c’è stata ieri,
14 ottobre e da quel momento i forum di audiofili e appassionati sono impazziti.

https://itunes.apple.com/us/album/a-hard-road/id341954

Blues in vinile: così la De Agostini mette in subbuglio gli audiofili
C’entra il ritorno del vinile come supporto per l’ascolto di musica, che ormai
ha dimensioni commerciali interessanti anche in Italia, l’apprezzamento sempre
maggiore nei confronti dell’ascolto su giradischi e, last but not least,
il fatto che l’iniziativa commerciale si inserisca nell’ambito di un grande mercato
di dischi sviluppato soprattutto da privati, dove le vendite e gli acquisti sono in continuo aumento sia sulle piattaforme di scambio veicolate su internet che sui siti, fino ai mercatini sotto casa. L’entrata in scena di un gruppo editoriale – che aveva tra l’altro già lanciato nel 2011 una apprezzatissima selezione di titoli jazz, sempre in vinile – finisce inevitabilmente per ridurre la liquidità del mercato dell’usato. Anche perché i nuovi dischi della De Agostini sono edizioni rimasterizzate,
nelle quali il logo della casa con molta intelligenza è stato fin troppo nascosto
e la reperibilità, a patto di avere un’edicola sotto casa in una grande città se
non si vuole utilizzare una delle forme di abbonamento con spedizione a casa, è di molto facilitata. E allora vediamo come si è sviluppato il dibattito tra audiofili
e appassionati sulla questione Blues in vinile, segnalando ovviamente soltanto le discussioni ma non gli autori. «Amici, al di là delle polemiche che inevitabilmente nascono in gruppi numerosi, vi segnalo questa bella iniziative (come sempre)
della De Agostini», esordisce un utente su Giradischi Passion, numerosissimo gruppo
di amanti dei turntable su Facebook. «Preso, ma non so se prenderò gli altri, anche perché 16 euro mi sembrano troppi, visto che domenica con 18 euro ne ho presi 6, tra cui “if i could only remember my name” di David Crosby», risponde poco dopo un altro mettendo in atto il teorema dell’acquisto commentato, ovvero quel principio secondo
il quale se tu dici in una discussione che hai comprato qualcosa a 10 euro,
subito dopo arriverà qualcun altro a spiegarti che lui ha pagato il tutto 1.
I giudizi tutto sommato sono quasi tutti positivi per la qualità della registrazione,
e questo non può che essere un punto a favore della De Agostini visto che di solito
in questi forum molti sono ipercritici. Ma molte sono le lamentele per il prezzo
totale dell’intera raccolta: 60 uscite settimanale portano a spendere la bella
cifra di 900 euro per 60 ristampe di dischi. Per molti è quello il problema dell’offerta. E c’è anche chi segnala l’annosa condanna di chi affida la sua vita
alle Poste Italiane: «attenzione con ordini postali, quelli del jazz mi arrivavano quasi tutti deformati».
http://www.nextquotidiano.it/blues-in-vinile-cosi-la-de-agostini-mette-in-subbuglio-gli-audiofili/

Altro su:
http://www.princefaster.it/vinili-in-edicola-i-grandi-del-blues/
http://www.deagostini.com/it/collezioni/blues-vinile/
https://www.youtube.com/watch?v=UicvJLVyLjM

JAZZRADIO-ALCUNE DELLE MIGLIORI RADIO NEL MONDO:

Meraviglioso relax delle note con track list e altro riguardo al Jazz:

http://uptownjazzdallas.com/

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http://radioskymusic.wix.com/radiosky-jazz
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http://www.radiotunes.com/cafedeparis
http://www.radiotunes.com/#smoothjazz
http://www.porto.it/radio/jazz.htm
http://www.jazzradio.com/

http://www.jazzradio.com/smoothjazz
http://www.radioswissjazz.ch/it
http://www.internet-radio.com/stations/jazz/
http://www.radiosparx.com/
http://www.radioabracadabra.it/la-radio.html

NEWS – NOTIZIE & NOVITA’:
http://musicajazz.it/
http://universalmusic.it/jazz/news/
http://musicajazz.it/news/
http://musicajazz.it/in-edicola/

ItaliaJazz.it

CONCERTI JAZZ:
http://www.in-giro.net/4/concerti-jazz.html

IL MAGAZINE DEL JAZZ ITALIANO:
http://www.traccedijazz.it/

ELENCO ARTISTI JAZZ:
http://www.musictory.it/generi/Jazz/

Tutti i video pubblicati, sono stati inseriti nelle mie playlist dedicate alle note jazz descritte inizio articolo.

Questo viaggio nel mondo del Jazz, potrebbe continuare all’infinito…

chiudo l’articolo con due video inseriti in una delle mie playlist dedicate al Jazz

JAZZ & BLUES Live Concerti & Compilation

Alcuni dei video inseriti nelle varie playlist in continuo aggiornamento, pubblicate, potrebbero essere rimossi da YouTube, per svariati motivi, provvederò, pertanto, alla loro eliminazione, nel più breve tempo possibile.

PLAYLIST POPOLARI YOUTUBE:

CANZONI DEL MOMENTO 2021

350 milioni di visualizzazioni (giugno 2021) 

CANZONI ITALIANE 2021 

 116 milioni di visualizzazioni (giugno 2021)

MUSICA DEL MOMENTO E NON SOLO ANCHE SU SPOTIFY:

PLAYLIST VARIE – AGGIORNAMENTO CONTINUO CON LE NUOVISSIME USCITE!

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è spotify-2020.jpg

Queste, il Festival di Sanremo, musica relax, allenamento, jazz e altre playlist sempre aggiornate con le classifiche, i tormentoni, le ultime novità e le più suonate in radio: http://spoti.fi/2keJluH

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Questo e gli altri articoli, sono stati pubblicati a solo scopo divulgativo.

Grazie per aver visitato questo blog.

YOGA: RELAX E NOTE

YOGA vuota

Liliana Cavaliere The Best Music

PER ENTRARE IN MODO SEMPLICE,  IN UN MODO A TANTI SCONOSCIUTO:

NOTIZIE E NOTE

Non sono maestra di Yoga, amo semplicemente tenermi informata su ciò che può migliorare lo stato di salute, confrontando ciò che apprendo, con il parere del medico,  se necessario. Niente è più prezioso del nostro corpo, ognuno di noi dovrebbe imparare a prendersene cura nel modo migliore. Una disciplina antichissima come lo Yoga, può apportare numerosi benefici anche se, non è facile entrare in questo mondo particolare e complesso, se non si frequentano dei corsi idonei: alcuni video possono aiutarci in parte, a capire una delle pratiche per rilassare corpo e mente, utile a chi ama meditare e usufruire dei benefici del relax. Le note, possono esercitare un influenza positiva sul modo di affrontare la vita, sono fedeli, rassicuranti, spesso dolcissime e, riescono ad arrivare al cuore, come nessuno sa fare.

le informazioni fornite su questo articolo hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale; esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di altri operatori sanitari abilitati a norma di legge. Le notizie pubblicate, che, devono essere sempre e comunque confrontate con il parere del medico curante, sono state reperite nel web, e pubblicate, tramite i link citati: se sono state prescritte delle cure mediche, invito chiunque consulti questo articolo, a non interromperle né modificarle.

Ringrazio tutti i siti citati che ho consultato e consulterò per apprendere nuove e preziose notizie a riguardo.

MEDITAZIONE E RELAX CON LE NOTE

La mia playlist ✵YOGA✵BENESSERE✵ZEN-Relax & Note

Yoga Music Playlist

Scuola Olistica Ananda Ashram: video di presentazione
https://www.youtube.com/watch?v=SFXiZHBcKdA
Scuola Olistica Ananda Ashram (Milano):
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YOGA è l’unione tra l’uomo e il proprio se interiore.
Nella disciplina Yogica, è di fondamentale importanza la postura come mezzi per mantenere l’intero corpo in perfetta salute.
La colonna vertebrale, ha in questo un ruolo vitale.
Gli antichi Yogi insegnano che la corretta postura è essenziale anche per una buona concentrazione ed è necessaria per mantenere il giusto atteggiamento mentale nella vita quotidiana.
TADASANA è la base di tutte le posizioni in piedi, è generalmente praticata come prima posizione della sequenza perchè, porta ad avere maggior consapevolezza sulla giusta postura ed allineamento, calma il corpo e la mente, aumenta l’equilibrio

http://bit.ly/2sf2ZL2

Con il sostantivo maschile sanscrito Yoga (devanāgarī: योग, adattato anche in ioga) nella terminologia delle religioni originarie dell’India si indicano le pratiche ascetiche e meditative. Non specifico di alcuna particolare tradizione hindu, lo Yoga è stato principalmente inteso come mezzo di realizzazione e salvezza spirituale, quindi variamente interpretato e disciplinato a seconda della scuola.

Tale termine sanscrito, con significato analogo, viene utilizzato anche in ambito buddhista e giainista. Come termine collegato alle darśana, yoga-darśana (dottrina dello yoga) rappresenta una delle sei darśana, ovvero uno dei “sistemi ortodossi della filosofia religiosa” hindu. In epoca molto più recente, si è cercato di diffondere lo Yoga anche nel mondo occidentale.

Altro su:
http://it.wikipedia.org/wiki/Yoga#Origine_e_significato_del_termine

ALCUNI VIDEO UTILI AL NOSTO BENESSERE QUOTIDIANO 

Naturalmente, questi e tanti altri altri esercizi, devono essere eseguiti, in base alle proprie condizioni di salute (consultando il proprio medico se necessario), al fine di trarre benefici da uno sport, sia se fatto liberamente a casa, che in palestra o in altri luoghi.

NELLA MIA PLAYLIST:   ✵YOGA✵BENESSERE✵ZEN-Relax & Note

ALTRI VIDEO E CONSIGLI UTILI NELLA PLAYLIST  SOPRA CITATA  

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Interessante per il nostro benessere: Benessere Donna: otto puntate
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Un maestro per tutti: Sri B.K.S. Iyengar.bks-iyengar-yoga11

Un ricordo di B.K. S Iyengar, morto a 95 anni il 20 agosto 2014, nelle parole di Grazie Melloni, allieva diretta, per una vita di Guruji. Altre testimonianze di suoi allievi italiani, saranno pubblicate sul n. 87 ( ottobre ) di Yoga Journal.
“Nel 1978, hostess di volo, con gravi problemi alla colonna vertebrale e un fortissimo stato di malessere, mi recai a Pune per essere aiutata da Sri B.K.S. Iyengar. Non fu facile essere accettata, ma dopo due giorni d’attesa iniziai la mia nuova vita. Tutto era molto difficile. Molto presto capii che il suo insegnamento era molto duro, ma la sua attenzione all’estensione della colonna, all’allineamento del corpo in ogni posizione, l’attenzione nel sentire le radici, la respirazione e la concentrazione per arrivare a sentire l’apertura delle articolazioni e arrivare a conoscere noi stessi mi avrebbero aiutata a uscire dai miei incubi, Mi convinsi, vincendo la fatica e il dolore per la pratica delle posizioni, che valeva la pena rimanere. Inoltre ero affascinata dalla sua forza interiore e dal suo umorismo. Riusciva a vedere tutto e tutti. Era molto attento alle mie difficoltà. Ogni volta che ero distratta arrivava la sua voce: ” Grescia cosa stai facendo?” Era incredibile la capacità di Guruji di scoprire che la mia mente pensava ad altro mentre il mio corpo cercava di fare l’asana.
È stato molto presente nella mia vita e la luce del suo insegnamento continuerà a illuminare il mio cuore.” Grazia Melloni
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“Ritmo della Città, Il Festival jazz di Milano” (Yoga & Jazz)
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Non è un nuovo stile di pratica, ma un evento sperimentale che Yoga Journal e “Ritmo della Città, Il Festival jazz di Milano”, organizzatore di eventi musicali, hanno preparato all’interno dell’ampia rassegna jazz che si terrà a Milano dal 19 maggio fino al 15 luglio, sotto il cappello “Energie per la vita”. E se l’alimentazione farà da padrona durante tutta la rassegna dell’Expo, il jazz e lo yoga assieme saranno la sorgente speculare di ritmo in sintonia con il respiro: energia.
Perchè a ben vedere, yoga e jazz hanno molto in comune: vivono entrambi nella ricerca della bellezza e verità del momento. Ogni azione e ogni suono, sono realizzati in un profondo stato di concentrazione, ascoltando continuamente il viaggio tra i se e i musicisti. Ogni asana si fonda sui precisi gesti, allineamenti e respirazioni che si ripetono quotidianamente; così come le strutture dei brani, le improvvisazioni e il modo di realizzare le sequenze yoga sono ogni volta differenti e irripetibili. La manifestazione Yoga Jazz si svolgerà presso l’Orto Botanico di Città Studi a Milano.
Un’area strutturata su un chilometro di percorso con prato in mezzo a azalee, camelie, alberi da frutto, querce e un piccolo ruscello inseriti nel verde. Un luogo di grande ispirazione per le serate milanesi estive. Gli appuntamenti di Yoga Jazz prevedono, con il pagamento di dieci euro una lezione di yoga (adatta a tutti i livelli di pratica) dalle 19,00 fino alle 20,30. All’interno del giardino, su un sottofondo di musica jazz in sintonia con la pratica. A seguire l’opportunità di ascoltare il concerto delle serate (alle 21,00)
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Altro su: 
http://www.yogamap.it/eventi/yoga-jazz-a-milano

Jazz1-25b9e398f99bf6c6f09f8c5d5b362ed5RIFERIMENTI YOGA & JAZZ ANCHE SUL MIO ARTICOLOJAZZ & BLUES – Storia e Musiche: https://onlymusicthebest.wordpress.com/2015/06/13/the-best-soul-rb-songs/

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City Zen a Milano compie un anno / “City ZEN, un’attività concepita per sostenere le realtà No-Profit. Un impegno concreto per offrire a tutti un’oasi di pace in centro a Milano, per fornire una chiave di accesso a strumenti antichi e e moderni volti alla realizzazione di una pace interiore e che, al contempo, possa generare profitti da devolvere a chi ha bisogno di aiuto. Sono convinta che il benessere sia contagioso, e che i suoi benefici si estendano dal singolo alla comunità in cui vive”, scrivono i fondatori …

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10 Ragioni per praticare Yoga:bblnmu21Chi inizia praticare yoga individuerà dopo poche lezioni i suoi vantaggi. Per chi, invece, non abbi ancora avuto modo di provarci ecco delle buone ragioni per iniziare.

Lo yoga, innanzitutto, vi renderà più rilassati e posati, grazie all’attenzione posta al respiro e all’interiorità. Inoltre, consentirà di agire anche sui lievi stati di ansia e depressione. Lo yoga migliorerà la vostra postura, portandovi a stare più dritti anche nella vita quotidiana e prevenendo i problemi come il mal di schiena. Diventerete più flessibili, sia fisicamente sia mentalmente, grazie alla capacità della pratica di abbattere alcune delle vostre barriere. Vedrete anche un miglioramento nelle vostre funzioni fisiche: dalla digestione più regolare ad un sistema immunitario che funzionerà meglio e vi proteggerà di più dalle infezioni. Lo yoga vi consentirà di riconoscere la natura delle vostre emozioni e vi darà la possibilità di non farvi travolgere da esse, soprattutto dalla rabbia. Inoltre, lo yoga ha una sua giornata internazionale, che ricorre il 21 giugno, e che lo rende ormai un tipo di pratica riconosciuta in tutti i Paesi. Con lo yoga imparerete anche a riconoscere la fame e la sensazione di sazietà, arrivando, quindi, a controllare il vostro peso in modo molto più naturale e duraturo. Grazie allo yoga potrete scoprire un nuovo mondo, fatto di persone accomunate dalla voglia di stare bene e di collaborare per il benessere degli altri. Anche se siete dei praticanti solitari troverete molti eventi gratuiti ai quali partecipare. Lo yoga migliora l’apprendimento e la resa a livello lavorativo, in quanto rende più chiara la vostra mente ed evita che vi facciate travolgere dagli eventi.Infine, con lo yoga vi assicurerete una vita più sana, ridurrete la possibilità di avere problemi durante la vostra vecchiaia e sarete, certamente, più attivi e felici.

Yoga e pilates
Tantissimi esercizi per migliorare la nostra salute:h160_w300_m6_utrue_otrue_lfalsehttp://www.msn.com/it-it/salute/yogapilates

Il giornale della salute:
incontinenza-mantenere-uomo-esistono-22768
http://www.msn.com/it-it/salute

http://www.intopic.it/salute/yoga/

LA GRANDE BELLEZZA DELLO YOGA SECONDO IL FOTOGRAFO ROBERT STURMAN

http://www.cure-naturali.it/tecniche-yoga/972/yoga-fai-da-te-consigli-yoga-in-casa/4171/a12855“Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo”, disse Michelangelo. Con lo stesso spirito intuitivo, Robert Sturman aspira a cogliere e trasmettere con la sua macchina fotografica l’armonia e la poesia insiti in una posizione yoga

In un’intervista al New York Times hai raccontato come è nata questa idea di fotografare degli yogi. Hai fatto un’affermazione in merito che mi è piaciuta molto: “Lo yoga mi ha dato l’opportunità (…) di studiare la ‘Poesia degli asana’”. Cosa intendevi dire?

Lo yoga è meraviglioso da guardare. Tutti gli asana ci fanno sentire dei fedeli che aspirano, anelano a qualcosa di più grande di se stessi, a essere il più aperti e vivi possibile. Dalla prospettiva di un artista, questa è poesia figurativa al suo stadio più elevato.

Sono convinto che se Michelangelo avesse conosciuto degli yogi, le strade di Roma sarebbero costellate di marmi raffiguranti persone in urdhva dhanurasana (posizione dell’arco o della ruota, ndr) o in virabadrasana (posizione del guerriero, ndr).

Prima che il tuo progetto partisse, come hai avuto l’ispirazione di capire il potenziale artistico insito nello yoga?

Io sono un artista e praticavo yoga ben prima di consacrare la mia vita nella celebrazione della bellezza degli asana. Volevo essere un essere umano più centrato, radicato e trovare qualcosa alla quale aggrapparmi per mantenere una salute eccellente, consapevolezza costante e attenzione al respiro, così ho scelto lo yoga.

Qualche tempo dopo aver iniziato la pratica, ho realizzato quanto fosse fantastica questa disciplina e ho iniziato a focalizzare su di essa anche il mio lavoro artistico.

Hai fatto delle esperienze molto interessanti in Africa e in carcere. Due contesti molto diversi, ma con unico denominatore comune, lo yoga. Ce ne puoi parlare?

L’artista è portato costantemente a operare su molteplici livelli. Se il mio lavoro può essere visto come uno studio e una celebrazione degli asana, in realtà io vorrei renderlo dinamico in modo da arrivare verso coloro che non hanno nulla a che fare con lo yoga. Mi occupo di umanità, sopra ogni altra cosa.

Così, con lo yoga descrivo questa umanità, sia che si tratti dei Masai che praticano ai piedi del Kilimangiaro, che dei detenuti negli Usa. Sono storie che vanno raccontate e la poesia figurativa dello yoga mi aiuta a farlo con un linguaggio molto più espressivo e visuale.                                                                                       

ANSA 08 GIUGNO 2017 – Da cervello a muscoli, millenni di salute con lo yoga
Il 21 la Giornata internazionale, 830 scuole in Italia e 1,5 milioni di adeptid5ee6e7de3a7e3bdfdcd0deb60e12752

In sanscrito significa unione tra corpo, mente e spirito, ed il primo ministro indiano l’ha anche definito una “assicurazione gratuita per la salute”. E’ lo yoga, pratica millennaria, che anche in Italia vede crescere i suoi ‘seguaci’ di anno in anno, tanto che oggi si contano circa un milione e mezzo di praticanti. E’ dunque ‘yoga-mania’ anche nel nostro Paese: per i tanti appassionati il 21 giugno si celebra la Terza Giornata internazionale dello yoga (Idy) promossa dall’Onu, e per l’occasione l’Ambasciata dell’India a Roma promuove un lungo evento della durata di 9 giorni, con tante iniziative in calendario dal 17 al 25 giugno. Circa 830 le scuole di yoga riconosciute in Italia e tanti sono i metodi diffusi. L’Idy sarà però un’occasione anche per avvicinare chi ancora lo yoga non lo conosce: in programma vi sono infatti diverse sessioni in tutta Italia, seminari e workshop per far conoscere le pratiche dello yoga così come i suoi benefici e quelli dell’Ayurveda e di altre medicine tradizionali. Ed a partire dal 17 giugno, anche l’Ambasciata, in collaborazione con numerose scuole di yoga, aprirà le sue porte sia agli appassionati sia a principianti e curiosi, offrendo uno spazio per imparare a praticare sotto la guida di noti maestri di yoga e di meditazione. Sempre a Roma, il 20 giugno, dopo un appuntamento alla Fao, una vasta sessione aperta sarà tenuta all’Auditorium Parco della Musica. Un’iniziativa, afferma l’Ambasciata che ha oggi presentato l’evento, che “si spera possa creare non solo una maggiore consapevolezza sui benefici dello Yoga e della meditazione, ma possa anche favorire l’adozione di atteggiamenti più olistici nella vita, infondendo equilibrio tra attività terrene e spirituali”. Tanti sono però anche i benefici fisici di questa pratica, confermati da studi scientifici: lo yoga migliora l’elasticità muscolare e l’equilibrio, rieduca la colonna vertebrale ed è molto utile per alleviare i dolori alla cervicale, la circolazione è agevolata e il sistema immunitario si irrobustisce. Senza dimenticare che è una disciplina psicofisica: l’integrazione fra mente e corpo, che è alla base dello yoga, aiuta a superare i blocchi legati all’emotività. Ed ancora: più si pratica e più aumentano le cellule cerebrali. Un recente studio del Centro statunitense per la Medicina Alternativa e Complementare di Bethesda, in Maryland, ha evidenziato che la pratica della disciplina è associata alla comparsa di nuovi neuroni, come dimostra l’aumento di volume della materia grigia in alcune aree chiave del cervello. Lo Yoga, secondo una revisione di studi pubblicata su Frontiers in Psychiatry, produrrebbe inoltre effetti benefici anche sui principali disturbi psichiatrici, con effetti positivi sui sintomi della depressione, i disturbi del sonno, l’ADHD e la schizofrenia. / http://bit.ly/2sml0qV

RELAX E NEW AGE MUSIC nella mia playlist:  BUDDHA BAR The Best

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Liliana Cavaliere The Best Music

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